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Persone tendenti all’omofilia

L’omosessualità: se ne parla molto: psicologia, morale, legislativa, e altro. Le passate teorie psicanalitiche, risalivano alle relazioni primitive dei bambini con i genitori. Le bambine che vivevano una relazione difficile e sgangherata con il padre, nutrivano e nutrono una certa ripugnanza verso il genere maschile. I bambini che sperimentavano una relazione negativa e frustrante con una madre severa e castrante, tendono a vivere una istintiva ripugnanza verso il genere femminile.
All’apparire dell’adolescenza si fanno sentire più forte il bisogno affettivo, e nuova una pulsione genitale, e diventa quasi ovvio lo sfuggire dalla donna per i maschi, e dall’uomo per le femmine. Diventa più rassicurante allora il rivolgersi alle persone dello stesso sesso, meglio ai coetanei, che agli adulti. Con i coetanei c’è una maggiore intesa e una ovvia complicità, anche perché essi vivono in un ambiente sociale, dove la coppia esercita la propria funzione. Accanto alla coppia difesa e approvata, la persona tendente all’omosessualità, cerca un appoggio legale, per non sentirsi esclusa.
I legislatori cedono a queste istanze, fino al limite di favorire non solo le unioni di persone dello stesso sesso, ma anche il loro matrimonio.
L’etica del cristiano deve affrontare tali situazioni. Da un lato non si può negare l’amore verso nessuno, dall’altro c’è un chiaro indirizzo biblico e dottrinale, che non può approvare il matrimonio tra persone viventi l’omosessualità, e come applicare loro le esigenze del Vangelo?
07.05.18