HOME

Home > Societa' RIPENSARE > Articoli 20 > Nel covid, la speranza

Nel covid, la speranza

Trascorriamo un periodo aggravato dalla preoccupazione, o anche dal terrore, per il covid-19. E tuttavia, all’interno di questa bruma, rispunta una parola, di cui è costellata la Parola di Dio, Antico e Nuovo Testamento: beato, beati. Il termine “felice”, che vanta un significato analogo e che pure è presente nella Bibbia, vanta una frequenza meno numerosa.

La preferenza del termine “beato” forse è dovuta al fatto che il “beato” include una qualche relazione con Dio, mentre la felicità sembra riferirsi di più all’uomo.

Nella tragedia del covid, parlare di beatitudine potrebbe sembrare uno scherno, un sarcasmo; eppure proprio ora è il suo posto.

Se ricordiamo la prima beatitudine di Gesù, pensiamo a un sarcasmo oppure a una diversa apertura?

Beati i poveri! Certo che l’accostamento dei due termini sembra un’assurdità: felicità e povertà! È ironia oppure realtà?

Proprio il motivo di questa beatitudine ci pone subito all’interno di una diversa prospettiva: “Di essi è il Regno dei cieli”. Regno dei cieli è semplicemente “Dio”.

La prospettiva di Gesù, è la prospettiva di chi vede tutta la realtà, ogni realtà, e non solo “il fattore sconosciuto” come si diceva nel passato.

La povertà è stimolo alla speranza oltre che al pianto. La speranza è frutto dello Spirito Santo.

Proprio perché lo Spirito agisce in noi, la povertà diventa beatitudine.

11.03.20