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Profeti inquietanti

Talvolta ci troviamo a vivere in un ambiente, che può essere anche il quotidiano, che rifiuta o la nostra persona oppure le nostre idee – normalmente senza averle capite.

L'opposizione dell'ambiente è rivolta a chi esprime una novità.

L'essere respinti è perché si è un genio (le grandi scoperte nascono in collisione con l'ambiente: Einstein, Galileo...), o perché si è un rivoluzionario che non vede le novità capaci di inserirsi nella tradizione per arricchirla, ma solo per distruggerla o principalmente per distruggerla, e in essa per distruggere le persone (rivoluzione francese, russa...), oppure perché si è un profeta, che vede lontano l'evolversi in meglio della situazione presente, quasi attendendo che il futuro dia ragione. Non è impossibile che sia capitato anche a noi qualche volta di essere profeti!

Tutta la presente pappardella di parole per arrivare a parlare del grande profeta, molto grande e perciò molto contraddetto e ostacolato, ma con un futuro che ancor oggi gli dà ragione: Gesù.

Gesù conosceva bene il destino dei profeti, perciò avvertì i suoi, che avrebbero subito persecuzioni, come le subiscono i profeti.

Perché la profezia, di qualsiasi genere, irrita tanto? Irrita sempre chi non ha speranza e si ingolfa sempre più nel consueto, e si nutre dell'egoismo che nel sempre fatto trova la sazietà.

Il profeta sollecita la speranza, e mostra sempre le “cose avvenire”, e nutre la scontentezza per l'aver raggiunto e sorride al nuovo che verrà.

29.05.18