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Alleanza e invasione

Dopo aver letto la storia dell’umanità (non la storia universale, come faceva Don Ferrante nei Promessi Sposi) e in questa la storia della chiesa, mi sono chiesto se nell’ampliarsi degli stati o delle religioni è opportuno il prevalere dell’invasione o dell’alleanza.

L’invasione è utilizzata dai prepotenti, l’alleanza dagli intelligenti. Quando Gesù, al suo commiato ultimo su questa terra, indica l’agire dei discepoli, dicendo: “Andate e predicate”, non è conquista ma umana condivisione.

Quando poi tra i credenti è prevalso lo strumento sull’essenza, ossia la religione sulla rivelazione, allora perfino le missioni, più di qualche volta, furono attuate sotto il segno della conquista, non dell’alleanza. La prima alleanza è quella di allearsi con la cultura locale.

L’umanità soffre e soffrirà fino a che qualche popolo, o qualche etnia, o qualche religione sceglieranno l’invasione piuttosto che l’alleanza.

L’invasione non è soltanto quella più vistosa: la guerra. Ci sono invasioni più sudole e più penetranti, come il commercio, la propaganda, la televisione,ecc.. Nel secondo dopo guerra, l’Italia ha subito l’invasione della “Coca-cola”, con tutti i connessi, e, in molti settori, l’italianità è stata soffocata o dall’americanità o dallo stalinismo.

Il problema più vistoso è quello religioso. La lotta per la prevalenza di un “dio” su un altro “dio”. Così si piange sulle vittime di Al Qaeda o di Boko Haram, sulle vittime di Carlo Magno, delle crociate e delle concro-crociate. Esiste un po’ di buona volontà nell’ONU.

E la buona volontà tra i credenti?

19.05.14