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Intimità

Gesù godeva dell’intimità, ne abbisognava.
Spicca, nel Vangelo di Giovanni, quel “colui che Gesù amava”.
E poi confidava ai suoi: “Agli altri parlo con parabole, a voi spiego i segreti del Regno”.
Quando si raccolse con i suoi per la cena pasquale, che fu l’ultima cena, il Vangelo riporta la frase intensa “Desiderio desideravi!”. Fu un desiderio intenso.
E gli piaceva intrattenersi con i tre amici di Betania: Maria, Lazzaro, Marta.
Sembra quasi che, parlando alla gente, compisse i doveri di una missione; mentre con i suoi sfogava le esigenze del cuore.
La liturgia, grazie anche all’intuizione di una donna, ricorda l’affetto di Gesù, in maniera particolare con la solennità del Sacro Cuore. Il bisogno di affetto nasce dal bisogno di intimità; e anche il reciproco.
Dopo la Risurrezione, Gesù ha smesso il suo bisogno di intimità, oppure l’ha ingrandito, immettendolo nell’immensità del divino?
Prima di risorgere, disse ai suoi: “Voglio che voi siate dove sono io!”.
E noi rispondiamo al bisogno di nuova intimità di Gesù? Per noi è il Dio freddo e burbero del paganesimo, oppure l’amico, con il quale è dolce lo svegliarci e amabile il coricarci e addormentarci?
L’essere intimi con Gesù, produce soddisfazione soltanto in noi, o dolce piacere anche in lui?
“Al Padre mio piace…”.
16.06.20