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Oltre la religione di stato

Gesù non fonda nessuna religione. Egli porta un annuncio di salvezza, e richiede una fede, non direttamente un culto. Fede che salva nell’amore. Tant’è vero, che lui seguiva il culto ebraico, quando non ne faceva a meno, ma annunciava e iniziava un modo nuovo di portarsi a Dio, adorandolo “in spirito e verità”.

Il cristiano, pur servendosi anche di modalità religiose, vive la propria salvezza nella fede totale a Gesù. Egli si specifica per una fede, non per una religione e per un culto, sebbene nella storia, dopo Costantino, troppo spesso la confusione tra fede e religione si rassodasse.
Tra le disgrazie, capitate al cristianesimo, accade pure quella di diventare religione di stato. Ossia una religione guidata da uno stato.

Mi sovvengono le basiliche paleocristiane. Allora dai raduni di carità ed Eucarestia, si passò, lentamente, a sostituire il tempio pagano con la basilica cristiana.
È vero che il numero crescente dei fedeli non poteva essere contenuto nelle case private, per quanto capaci. Ma purtroppo da una necessità di raduno (nei diversi titoli), si passò a un luogo di culto.

Oggi la dichiarazione della laicità dello stato, potrebbe perfino favorire una purificazione del cristianesimo, un richiamo alla fede in Gesù e ai segni connessi con tale fede.
Il cristiano oggi, anziché essere guidato dallo stato, può donare allo stato un aiuto a vivere con una coscienza più chiara, richiamandogli la presenza di un Creatore.

20.06.19