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I pochi salvatori

Noi, credenti in Gesù, che cosa stiamo a fare nel mondo? Seguiamo la norma dei più: “mangiamo, beviamo, ci divertiamo, il futuro non ci interessa”? Oppure consideriamo e viviamo la nostra vita, guardandola sotto un’altra prospettiva?
Noi siamo certi che il Padre veda e ami noi, e ci vive inseriti nel suo misterioso progetto della creazione. Noi occupiamo un posto che il Padre ci ha affidato, perché la sua volontà si compie in cielo e in terra.

Vivendo, noi occupiamo sicuramente il posto affidato dal Padre, per realizzare in esso la sua volontà di salvezza e di amore. Non siamo schegge perse nell’universo, ma collaboratori creativi dentro la creazione.
Eppure qualche volta ci accorgiamo del valore della nostra esistenza.
Mi aggalla in mente una duplice situazione di “salvezza”, ossia di armonia con il Padre, che crea e che salva “ciò che ha creato”.

Salvare l’anima. Salvare gli uomini.
Fin da piccoli ci avevano inculcato la necessità di “salvare l’anima”. Oggi quel salvare l’anima, di aristotelico sapore, non regge più di fronte al “salvare la vita” o, meglio, accettare la salvezza, che ci dona il Padre, ed essere sicuri del nostro ultimo esito felice.
Però siamo qui anche per salvare il mondo. Quando Abramo pregava Dio per la salvezza di Sodoma, Dio avrebbe risparmiato la distruzione di Sodoma, per la presenza in essa di pochi giusti. Noi, credenti in Gesù, siamo i pochi giusti, che salvano il mondo a,che senza avvedercene.

11.08.19