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Legge e coscienza

In questi giorni desta scalpore la notizia di magistrati corrotti. Dovrebbero essi difendere la legalità, e si trovano ad aver optato per l’illegalità.
È ben vero che essi hanno studiato le leggi. E quindi fatta la legge trovato l’inganno. E questo è per ogni legge imposta dagli uomini. Tanto più che le leggi le impongono i vincitori al povero popolo.

Inoltra si tratta sempre di leggi umane, alle quali i magistrati si devono riferire e appoggiare. Le leggi umane hanno in sé soltanto la forza umana; non hanno la spinta interiore (coscienza), devono accompagnare la legge con una sanzione per poter essere efficaci.
Spesso odo nei politici la dichiarazione di appoggiarsi alla Costituzione dello Stato. Però anche le Costituzioni sono stilate e imposte dagli uomini e hanno una cogenza semplicemente umana.

Le leggi non creano una coscienza, ma presuppongono in qualche modo una coscienza umana, che non è frutto di leggi.
Mi sovviene a questo punto la terribile frase biblica: “Maledetto l’uomo che si appoggia all’uomo” dimenticando la mano di Dio.
Anche i magistrati si fidano non sulla coscienza dono di Dio, ma sulle proprie forze. E così, appoggiati alle realtà create dall’uomo, incorrono nella maledizione.

Eccetto…
Che anche essi, come tutti noi, si fidino sulla coscienza (dono naturale di Dio), quella coscienza che Gesù conserva ed eleva.

03.07.19