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Educarci alla vita

Il vivere, in ogni momento triste o gioioso, è già gloria di Dio. Gloria di Amore totale. Lui ci ha creati per la vita, e, anche quando ci ghermisce la tristezza o la noia, restiamo suoi, i suoi amati, in cammino quotidiano verso la beatitudine.
Abbiamo anche la fortuna e la facoltà di inserire nella nostra vita-gloria la festosità del ringraziamento. Ringraziando ci togliamo dalla cupezza della noia e dell’insignificanza. Ogni momento è significativo, sebbene raramente ce n’accorgiamo.

Quale differenza di soddisfazione nel vivere semplicemente, che non nel vivere eroicamente, anche nei tristi eroismi della moda, dello sport, del successo. La società ci presenta sempre eroi, fino alla nausea. Eroi della politica, del cinema, dello sport, della guerra e dell’assassinio. I giornali sono zeppi di questi eroismi fasulli. La cronaca si bea nel riferire morti, divorzi, vendette. E le cose semplici, la serenità di una dolce vita normale i giornalisti le trascurano. Il male fa notizia, soprattutto se il male è gigantesco.
È necessario educarci ed educare i nostri bambini, al semplice vivere, scoprendo tutte le bellezze del vivere.

Gesù non è venuto per creare eroi, perfino i martiri sono creati dagli uomini, ma è venuto perché “abbiano vita, e l’abbiano in abbondanza”.
Chi desidera davvero vivere, non può abbandonare Gesù. Abbandonare Gesù è abbandonare la vita. Non è possibile suicidarsi, poco o tanto, per Gesù, ma in lui ogni respiro diventa ringraziamento.

29.08.19