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La barbarie della civiltà

10.03.12

La legislazione italiana, voluta dai parlamentari, è in evoluzione: dicono sia un progrsso di civiltà.

E’ cominciata con la legge sul divorzio, per rendere il divorzio facile ai coniugi in sofferenza.

Poi il progresso si è manifestato con la legge sull’aborto, per stanare dalla clandestinità gli aborti nascosti procurati.
Il cammino libertario è in netta progressione: l’eutanasia per liberare le persone dalla sofferenza. Sofferenza del morente o insofferenza di chi deve accudire a una persona dolorante?

Si sta combattendo, con parole, con manifestazioni e con digiuni sfacciati per ulteriori liberalizzazioni. Ho scritto “digiuni sfacciati”, i quali sono un po’ distanti da quel “quando digiuni, profumati e rendi la tua faccia serena, afinché gli altri non s’accorgano che tu digiuni”.

Digiuni o proteste per liberalizzare la droga, per aiutare i giovani e i meno giovani a suicidarsi lentamente e piacevolmente. Proteste per depenalizzare molti delitti, in modo che non si sentano in colpa, poverini, coloro che stuprano, che rubano, che uccidono.

E’ il progresso civile tanto decantato e voluto. E’ un inno alla morte (o a Satana, come voleva la bell’anima di Carducci).

Anche i popoli primitivi, quelli che noi con sussiego chiamiamo barbari, ordinavano la morte non solo dei nemici o dei delinquenti, ma anche delle proprie creature e dei sacerdoti, perché così credevano di placare la divinità con un sacrificio religioso. Oggi semplicemente si sacrificano le persone al culto del libertarismo. E’ forse la barbarie della “civiltà”?

GCM 29.10.11