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La mia terra

23.05.12

       Il mondo è nostro.

       Avviene proprio come per il figlio di un re. Da piccolo non ha percezione del posto eminente che l’attende. Poi se ne accorgerà.

       Così anche noi, figli di Dio, Signore del cosmo, vera creatura. Il cosmo è di Dio e dei suoi figli. La fede ci aiuta a capire, ma per noi la nostra realtà “regale” resta ancora oscura o appena intravista.  Poi arriverà la visione in Dio, e godremo al cosmo “nostro”. Questa inedita visione fa parte di quei “cieli nuovi e terra nuova”, che ci sono annunciati.

       Io rispetto e abbellisco la natura, la casa, gli oggetti, perché cerco le “mie cose”. Esse sono mie, perché “tutto ciò che è mio, è tuo”, come dice il Padre al figlio dissipatore, al figlio rimasto in casa.

       Amo la natura, che essendo del Padre, é mia. Lo scempio del territorio, delle foreste, dei mari, è sempre un’offesa che viene perpetrata anche contro di me.

       Le guerre per vincere e diventare padroni di un territorio, é furto contro Dio, del quale é la Terra, però è anche un’offesa diretta alla mia persona, e a tutti coloro che, come me, sono figli di Dio.

      Godere della terra, delle sue meraviglie e dei suoi prodotti, è nostro diritto. Gesù,  umanandosi, venne nel suo dominio, nel suo ambiente naturale.  La sua presenza in ciò che Lui ha creato, era come finalmente essere presente in quel mondo, che Lui si era preparato. Preparato non solo per Adamo, che per primo aveva preso possesso di quel mondo che Dio aveva predisposto per lui, ma preparato soprattutto per il Figlio, attraverso il quale lo stesso cosmo è stato fatto.

       Perciò, basandomi sull’amore del Padre, che mi ha voluto, suo figlio, io calpesto questa terra che è mia, e sono appunto nella casa del Padre.

GCM  30,12,11