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Il cristiano buddhista

07.03.12

Parlavo con una persona che propugna il buddhismo e si dichiara cristiana: una sintesi rispettata e interessante.

La maggior parte dei testi occidentali, quando riferiscono sul buddhismo (e sono testi di studiosi!) non sono lontani dall’affermare che il buddhismo è ateo.

È difficile desumere dalle dottrine del Buddha l’affermazione di fede in Dio. Anzi è certo che egli pone il fatto religioso (spesso assimilato al solo cerimoniale) in secondo piano, come opera non urgente e immediata. Infatti per lui è molto importante raggiungere la serenità interiore, attraverso posizioni psichiche o anche intellettive.

Addirittura si ha l’impressione che, esclusa ogni ritualità religiosa, egli propugni una severa ritualità ascetica.
L’uomo deve costruire con le proprie accortezze, guidate dal maestro, il proprio orizzonte di pace con sé e con il prossimo.

Essendo la religione e, soprattutto la fede in Dio, un fatto secondario, l’ascetica buddhista, di per sé, potrebbe adattarsi a qualsiasi credo, a qualsiasi concezione di Dio.

Se confrontiamo le indicazioni, sotto l’aspetto puramente ascetico, molti punti dell’ascesi propugnata da Gesù (vedi, per esempio, il Discorso della Montagna) si trovano in analogia con l’ascesi propugnata nel buddhismo anche contemporaneo. Se invece ci interessa veder oltre la pace interiore, per scoprire sia la persona che la indica, sia l’approdo ultimo, le differenze si notano visibilmente.

Lo sforzo di Gesù è la salvezza che conduce al Padre: per il Padre si conduce una vita ascetica. Lo sfondo di Buddha è la salvezza dal dolore, per edificare l’uomo.  Il signore che di dice cristiano, del buddhismo, quindi, assume soltanto la scelta ascetica.

GCM 19.12.11