La sua presenzaVivere alla presenza di Dio. La proposizione si può guardare da due lati. Il lato di Dio, e quello dell’uomo. Da parte sua, Dio è sempre presente a sé e alla sua creatura. Presenza incontestabile, perché Dio è, semplicemente. Il suo essere è talmente semplice e penetrante, che dove ci sono esseri, ivi l’Essere è presente. Il suo essere non si perde negli esseri, ma è il loro sostegno. Da parte dell’uomo, Dio è presente egualmente, perché l’uomo non è in grado di sottrarsi a Dio. Tuffato nell’esistenza, l’uomo è nell’Essere. Del suo essere alla presenza di Dio, all’uomo si chiede la libera accettazione, affinché il suo essere sia libero e accogliente.
Come Dio è presente all’uomo e sa di esserlo e ama questa sua presenza all’uomo, così si richiede all’uomo di conoscere tale presenza, intuendola, e di amarla. L’abitudine amorosa, grazie all’azione dello Spirito Santo, di accorgersi della presenza di Dio, educa l’uomo a credersi e a viversi presente a Dio, come e poiché Dio è presente a lui. Avviene che a poco a poco l’uomo si vive e si sente attorniato sempre dalla presenza di Dio, gli parla ovunque si trovi, lo ama con l’immediatezza di un bimbo nelle braccia della madre. “Come un bambino che si abbandona alla madre dopo ciascuna poppata, così è la mia vita nelle braccia di Dio!” L’immagine è raccolta nel salmo. Accorgersi, volere e amare la presenza di Dio trasfigura la sensibilità e il modo di percepire il nostro stesso vivere. Non si vive più sentendosi orfani e abbandonati, ma “cittadini nelle cose sante (cioè Dio)”. Allora Dio traspare in ogni nostro atto e in ogni creatura. GCM 28.08.07
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