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Esigenze d’amore


    Siamo salvati per sempre dalla bontà. Da quale bontà? Dalla nostra o da quella di Dio?

    Io non sono buono: lo sento e me lo dice Gesù: “Voi che siete cattivi...”. La mia bontà non mi può salvare. Mi salva eternamente solo la bontà di Dio.

    Bontà di Dio, ossia amore di Dio. Dio ci ama: questo basta.

    Chi non capisce dice: “Dio è buono e mi salva. Allora faccio ciò che mi comoda, e alla fine lui mi salva!”. Questa frase l’ho udita molte volte, pronunciata da labbra superficiali. Purtroppo chi si esprime in questo modo, non è mai stato amato davvero.

    Io ho avuto esperienza di essere amato davvero. Da allora una conseguenza ha pervaso la mia vita: mi dono sempre di più a chi mi ama. Il mio sentire, il mio comprendere, il mio agire spontaneamente si armonizzano con i desideri e con le esigenze di chi mi ama.

    Gesù, amato dal Padre, dice: ”Faccio sempre ciò che piace a lui...perché sono venuto per fare il suo piacere (= volontà, cioè voluttà)”.

    Gesù mi introduce nell’altro lato del rapporto con Dio: anch’io amo Gesù e il Padre, che mi amano. Il Padre risponde al mio amore. Mi salva, perché questo è il mio desiderio. Non nega la sua grazia: “Dio dona grazia a chi gliela chiede”.

    Gesù ci assicura non solo dell’amore del Padre, ma anche della risposta del Padre al nostro amore: “Chiedete e otterrete. A chi bussa viene aperto”.

    In un rapporto reciproco di amore, le due correnti tendono a fondersi, a vivere della stessa energia, dello stesso Spirito.

    GCM 09.04.08