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Parola che salva

Anche la nostra parola è ripiena di risurrezione. Perciò Paolo ci esorta a evitare scurrilità, mormorazioni, denigrazioni. Non per essere persone borghesemente per bene, ma per non contaminare la nostra splendida qualità di risorti.

Perciò il nostro parlare reciproco è costruttivo. Non solo per la positività di ciò che diciamo, ma per lo Spirito del Risorto che è in noi.

Perciò la nostra preghiera è un fermento, non solo perché ci salva, ma perché continua nel mondo la preghiera di Gesù. Siccome essa è preghiera di Gesù in noi, la nostra preghiera, oltre a salvare noi, salva il mondo. Fino a quando ci sarà anche una sola persona che prolunga la preghiera di Gesù, questa terra sarà salvata.

Inoltre ci sono situazioni, nelle quali la nostra voce sconfina nella potenza eterna. Il nostro parlare si riveste della potenza di Dio.

Ci sono due circostanze, nelle quali ciò si presenta patente nella nostra fede: la santificazione del pane e del vino nella messa, e l’assoluzione dei peccati nel sacramento della riconciliazione. La Chiesa, nella sua qualità di Risorta, produce effetti divini: la trasformazione del pane in Gesù, la redenzione dell’uomo dal peccato.

In essa opera lo Spirito del Risorto, che è lo Spirito del Padre della vita. Perciò la Parola di noi Chiesa, quando ci armonizziamo con la Parola di Gesù, è parola che salva e che guarisce. Ogni parola costruttiva che noi pronunciamo o scriviamo diventa opera dello Spirito, che penetra, che guarisce e che “glorifica”.

GCM 06.04.06