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Sconfitte

Se ci guardiamo con serena sincerità, è ovvio che, alla fine, ci scopriamo tutti degli sconfitti.

I medici sono degli sconfitti. combattono, curano, perfino guariscono. però, davanti alla morte restano inerti perdenti.

Gli scienziati sono sconfitti: le loro scoperte sono superate da altre scoperte, che a loro volta saranno vinte da ulteriori scoperte.

Noi tutti ci avviamo verso una fatale sconfitta: la morte, che cancella i residui risultati della vita, dopo  che la vecchiaia ne aveva annullati molti altri.

Cristo Gesù fu il più grande sconfitto: stava convincendo le persone a sentirsi libere e importanti, ma, come ricompensa ne ebbe l’assassinio, per di più legale!

Proprio la sconfitta di Gesù ci apre gli occhi sul valore delle sconfitte.

Sembrano il pane quotidiano, atto a prostrarci. Però Gesù ci dice che il grano che non muore è sterile. Attraverso la morte fiorisce la vita. La sconfitta è la quotidiana dose di anticipo della morte.

Gesù sconfitto poté trasformarsi in  risorto. Da profeta regionale, la risurrezione lo espandette in salvatore del mondo.

Se le nostre sconfitte negli affetti, nella famiglia, nella professione, nei rapporti sociali, nella globalizzazione, le sentiamo partecipi della sconfitta di Gesù, allora esse assumono dimensioni ampie e sentimenti sereni.

Il Verbo che si incarna, non perde la propria divinità, ma attraverso la trasformazione umana, esso si arricchisce di una nuova potenza: la potenza della risurrezione.

GCM 17.11.06