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Dubbi sull'innamoramento

Francesco Alberoni, ancora una volta ritorna a trattare dell'innamoramento. Come il solito lo definisce: amore allo stato nascente.
     Se ciò fosse vero, da ogni innamoramento dovrebbe svilupparsi un amore. E se l'innamoramento e il conseguente amore fossero autentici, l'amore sarebbe costante e quindi unico nella vita.
     Ma oggi gli "innamorati" - soprattutto quelli dei rotocalchi - sono abbonati al ri-innamorarsi. Sono, se il suo assunto fosse del tutto vero, perenni amori nascenti, e probabilmente frutto di perenni infantilismi.

Secondo me, l'innamoramento può anche favorire un inizio di conoscenza e di fase pre-amorosa. Ma non necessariamente sfocia nell'amore.
     Forse io sono troppo influito dalla mia frequentazione con il Vangelo e con le lettere di S. Giovanni.
     Secondo lo Spirito, che parla aiutato da quello scrittore (trascuro ogni studio storico-critico su Giovanni, in questo contesto), l'amore è dare.
     "Il Padre ha tanto amato il mondo da dare il Figlio". "Nessuno ama di più di chi dà la vita ai fratelli". "Questo è l'amore: lui ci ha amati per primo".
     Accosto il testo di Luca (Atti degli Apostoli) ai testi ora citati di Giovanni: "È più felice dare che ricevere, dice Gesù".

L'innamoramento è un ricevere, essere contenti di aver trovato, desiderare di possedere l'altro/a, di usufruirlo. Tutto questo è bene.
     Gli innamorati si danno in proporzione di quanto ricevono per rimanere soddisfatti ed estasiati. Il loro, per quanto emozionante, non è un reale dare personale, perché ancora non conoscono la persona, con pregi e difetti, alla quale si danno.
     L'amore sta su un altro versante.

GCM 05.08.01