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Bisogno di eroi

Il bisogno di immaginare che qualcuno di noi è più grande di noi, percorre tutta la storia umana.
Tale bisogno sfocia nel culto degli eroi.
Il culto dell'eroe accontenta l'uomo, perché da una lato egli può "contare" su qualcuno più potente o più bravo o più bello di lui, dall'altro questa persona deificata e più o meno maggiorata è uno dei nostri, e non uno della sfera divina.
Il culto dell'eroe passa pari pari dal paganesimo al cristianesimo, viene battezzato un po', e diviene il culto dei santi.

La devozione dei santi ora è un po' in disuso.
Perché? - probabilmente perché, nel presente, altri eroi appagano il bisogno di eroi. Questi altri eroi sono, a volta a volta, il cantante, il calciatore, il politico, la principessa perita a causa di un incidente. La televisione e la stampa creano un'infinita gamma di tali eroi, ne sfornano tutti i giorni.
La conseguenza, che ne deriva, è che tutti questi eroi hanno corta durata, perché facilmente sono soppiantati da altri eroi del momento più recente. Altra conseguenza: anche gli eroi-santi spariscono lentamente dalla fantasia collettiva, tranne qualche caso, alimentato dalla stampa o dalla televisione o dalla pietà popolare, come il caso di P. Pio o di Teresa di Calcutta o di Giovanni 23°.

La stessa tradizionale procedura cattolica usata per proclamare i santi, favorisce il culto degli eroi. Fortunatamente qualche cosa sta cambiando.
La procedura presente infatti richiede che una persona abbia esercitato le virtù in grado eroico.
Questo è l'aggettivo speso per indicare la semplice vita di un santo, uomo come noi.
Il santo, per fortuna nostra e di Dio, non è un eroe. Non è un uomo particolarmente dotato. Non è uno che grandeggia di energia propria. Egli è meramente uno di noi, povero e limitato, che si è affidato all'opera di Dio. Di lui Dio si è servito per esprimere l'amore divino e la grandezza divina.
Il santo non è un uomo esaltato, me è il luogo del Dio abbassato.

Gesù stesso non fu un eroe.
Aver preso in giro Cristo per ficcarlo nel rango di superstar, non aiuta a capire e ad amare Gesù.
L'eroismo di Gesù è cancellato dal Vangelo, e da una conseguente lettura del Vangelo condotta con purezza di cuore.
Gesù resta commoventemente uomo, anche quando il Padre fa trasparire la propria divinità attraverso Gesù.
Proprio oggi, mentre gli eroi si cercano da un'altra parte, Gesù eroe perde terreno. Le sue azioni da eroe calano, lui viene dimenticato.
Eppure, nello stesso tempo, cresce la reale conoscenza di lui, e il vero amore per questo amico dell'umanità, uomo tra uomini, che - per designazione di Dio - salva "umanamente l'uomo", come scrive Giuseppe Ungaretti.
E a questo Gesù poco eroico si affida il nostro cuore.

GCM 06.11.97