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Centro di spiritualità

È un segno dei tempi. Una dritta che il Padre ci offre, attraverso la storia.

Il clero diminuisce. Dio ha ancora bisogno degli uomini, però sempre in modi inediti. Ossia: di quali uomini qui si parla?

La testimonianza cristiana consiste semplicemente nel dire a tutti che Cristo è veramente risorto. Scompare quindi il passato, scompaiono le dimostrazioni costruite, accademiche.

Cristo è risorto. Per proclamarlo sono sufficienti le comunità di fede. Fede convinta. Ogni comunità formata da credenti in Gesù è una comunità di fede. Tra le comunità di fede, si inseriscono anche quei centri di spiritualità, che sono costituiti dai cosiddetti religiosi e dai loro conventi.

Dentro questo nostro mondo attivistico, arrabbiato nel fare e nello strafare, una comunità di religiosi, soprattutto quando è inserita in un contesto cittadino, diventa un polmone salutare, più ancora che non le zone verdi, pur molto necessarie. Coloro che desiderano fermarsi cinque minuti o cinque giorni, sanno che esiste un centro di spiritualità, dove essere accolti e perfino leniti.

Un’oasi in città, come è tradizione del conventualismo francescano. Un’oasi per il ristoro, riservato soprattutto agli amministratori pubblici, ai dirigenti e agli imprenditori, tutta gente che ha il cervello in ebollizione.

I monasteri, spesso situati fuori dei centri numerosi, sono case di cura spirituale. I conventi cittadini, voluti da S. Francesco, sono oasi di accoglienza e di ristoro: semplici ambulatori per la pace. La funzione sociale dei conventi è quella di accogliere tutti per testimoniare il risorto e rinnovare la speranza, offrendo tetto e parole, sacramenti e Vangelo.

Il carisma dell’ospitalità è un modo di vivere assieme e così attuare l’incarnazione.

Centri di spiritualità che si irradiano, non nidi che si chiudono in sé, e nemmeno fiumi che tracimano.

Cos' desideriamo che sia il convento di S. Lorenzo.

GCM, 19.04.02