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Visibilità

Una delle caratteristiche del francescanesimo e di Francesco è la visibilità.

Appena convertito, Francesco tenta la vita dell'eremita. La smette.
     Alla proposta del Cardinale Ugolino di avvalersi di una regola monastica esistente, Francesco si oppone vigorosamente. I monaci allora erano chiusi nelle riserve dei monasteri agricoli.

Francesco non è un esibizionista, anzi spesso si ritira dall'attività, per concedersi all'ebbrezza della solitudine. Chi non rammenta la Verna?
     Eppure Francesco va tra la gente, spedisce i suoi confratelli nel mondo,  manda a predicare anche quelli incolti e illetterati. Egli stesso allarga continuamente il raggio della propria azione. Si "presenta" perfino alle autorità musulmane.

Vediamo Francesco recitare la vita di Gesù, cantare da solo o con altri, predicare e scrivere lettere, perfino ai governanti.

Francesco non si nasconde. Quello che gli vibra nel cuore, quello egli esterna.      Anche la passione di Gesù, che gli arde dentro vigorosamente, egli la fa prorompere in manifestazione, grazie allo scoppio delle Stimmate.

L'unica condizione per la visibilità dei francescani è l'autenticità. Autentici come bambini. Autentici come Dio, che erompe fuori di sé creando il mondo e donando il Figlio.
     Forse noi francescani temiamo la visibilità, perché non siamo autentici, ossia umili. Non sappiamo cantare i doni di Dio, di cui è zeppa la nostra vita, perché li contrabbandiamo come nostri meriti o nostre invenzioni.
     Credere al Dio, che è in noi grazie al suo Spirito e a Gesù Risorto, e poi lasciarlo trasparire a tutti. Visibilità.

GCM, 07.04.02