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Un piccolo amore


    Dopo aver conosciuto anche solo un po’ Gesù, il Padre, lo Spirito, nasce nel nostro cuore il desiderio, il bisogno di amarli. Non tanto il bisogno di conoscerli chissà quanto di più, perché ci sentiamo impari a questa avventura, ma sicuramente sì, il bisogno di amarli.

    Ma il nostro amore è come una foglia autunnale. Non riesce ad amare. Ma Gesù ci viene incontro, quando ci assicura che “il Padre vi ama!”. Essere amati è bello; essere amati da Dio è inconcepibile e commovente.

    Allora in noi si scioglie una commozione riconoscente. Non sappiamo amare, come amiamo la nostra donna o il nostro uomo. Però possiamo sempre leggere nella nostra riconoscenza toccante verso Dio che ci ama, che la stessa riconoscenza è già il nostro piccolo amore che si desta e si riscalda.

    Non il grande amore di Francesco, quell’amore trasformante che penetra e scuote tutto l’essere, ma il piccolo amore di una riconoscenza, sbalordita al pensiero che Lui ci ama infinitamente!

    Anche lo sbalordimento, frutto di una intuizione e talvolta di una contemplazione, è un minuscolo segno di amore. È amore grande come un granellino di senape.

    Ed ecco che dentro di noi si apre la dolcezza, perché la nostra riconoscenza è tutto ciò che possiamo offrire a Dio. E sappiamo che l’amore ha come caratteristica il dono. Il piccolo dono di noi, che altro non siamo in grado di offrire. Però questo lo offriamo sicuramente e sinceramente. E questo si rivela, al nostro cuore, come felicità per aver incontrato e vissuto l’amore.

    Un piccolo amore, che si lascia andare in Dio… oltre le nostre cattiverie.

    08.03.14