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Decentrare


    Papa Francesco ha iniziato davvero quel decentramento, del quale si parlava ai tempi del Concilio Vaticano Secondo. Decentrare richiede non riunire in mano di uno o di pochi la facoltà di decidere per tutta la comunità, che perciò è considerata non soggetto di vitalità, ma oggetto del potere.

    I caratteri più insicuri, eppure ambiziosi, tendono a concentrare nelle proprie mani il potere, perché non si fidano di altri, dei quali temono l’autorevolezza. La paura fa concentrare, per non perdere l’onore e la voluttà del comando. Il tipo accentratore si circonda di violenti, di adulatori, di ignoranti e di sfarzo. L’accentratore è autocelebrativo. E così si inizia la persecuzione contro le persone di valore, che vengono eliminate e destituite dai loro incarichi, soprattutto se di prestigio.

    Papa Francesco desidera decentrare, ma non con un suo atto autoritario, inerente all’accentrare, ma attraverso la collaborazione di molti, anche dei periferici. Così la chiesa è ricca, di una ricchezza che sale da tutto il suo corpo.

    Anche nei piccoli gruppi, famiglie, uffici, conventi, diocesi, si incontrano gli accentratori, ossia degli egocentrici paurosi e ambiziosi. Chissà quando il movimento che il Papa sta iniziando, raggiungerà anche gli ordini religiosi e i conventi!

    Nell’ordine dei conventuali la via sembra spianata da secoli di democrazia “comunale”, recepita anche nelle leggi particolari. Purtroppo la conventualità è sfocata, e si incontrano talvolta dei ducetti, assi pigliatutto. Ma il tronco resta sano, anche se qualche ramo marcisce.

    30.03.15