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Eucarestia potenza di misericordia

L’immersione di Dio in Gesù, e l’immersione di Gesù nell’Eucarestia, producono frutti vitali e consolanti, frutti di pienezza e di speranza.

Il frutto è quello di essere risuscitati per la vita eterna. Alla fine (ultimo giorno del mondo, della vita singola, della Chiesa?...) avverrà la risurrezione “della carne” (ossia della persona umana), di quella carne, che si era nutrita della carne viva di Gesù Risorto. L’adesione a Gesù è adesione a un risorto, che produce risurrezione.

La consumazione del pane e del vino, non è distruzione di Gesù, ma è veicolo di risurrezione.
L’Eucarestia, che noi realizziamo, è apertura alla Risurrezione, è presenza e sicurezza del nostro essere salvati per sempre, non destinati a piombare nel buco nero del nulla. La pienezza, la totalità, la divinità che si realizzano.

Nell’Eucarestia, che pochi apprezzano anche tra quei cristiani, che scambiano disgraziatamente l’Eucarestia con il prete che la celebra, noi viviamo la potenza della misericordia. Questa potenza non è causata dalla nostra disposizione di pietà, ma soltanto dalla presenza attiva dello Spirito Santo.

Purtroppo siamo stati educati ai sacramenti sotto un aspetto soggettivistico: che cosa e come faccio io; e non ci accorgiamo di quello che oggettivamente fa Dio. Sembra che le nostre opere, ossia i nostri atteggiamenti, producano la grazia, mentre è sempre la misericordia di Dio che opera, perfino nella nostra preghiera, quando non sappiamo neppure che cosa chiedere.

Sembra che le nostre disposizioni ci guadagnino la grazia, mentre la grazia è grazia (gratuità) ossia sempre un dono della misericordia di Dio.

 14.09.15