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I suoi discepoli

Gesù scelse i dodici. E il Vangelo di Marco non ha il pudore di tacere i loro nomi. Vediamoli.

Pietro, il pescatore entusiasta, pretensioso, debole fino a sconfessare Gesù.

Giacomo e Giovanni, i “figli del tuono”, rabbiosi e vendicativi la loro parte, che pretendono di incenerire i loro avversari.

Matteo, l’esoso raccoglitore di tasse, compare nella professione di un tale Zaccheo.

Simone, il pagano perché cananeo.

Giuda Iscariota, bel tipo di fedeltà, fino al rinnegamento e alla compra-vendita di Gesù.

Tommaso, che perfino dopo la risurrezione non si fida dei compagni e dello stesso Gesù.

Filippo, che dopo tanto tempo di vita assieme con Gesù, non riesce ancora a vedere Dio.

Insomma una bella squadra, che se la svigna quando Gesù è in pericolo.

Eppure il contatto quotidiano con Gesù, e l’opera di Gesù dopo la risurrezione, a poco a poco li trasformano. Pietro, l’entusiasta, è capace di pentirsi. Giovanni, il bollente figlio del tuono, diventa l’apostolo dell’amore, quello che Gesù amava e quello che spandeva amore. Tommaso da miscredente diventa credente. E altri ancora, avvinti da Gesù e dal suo Spirito.

L’unica disgrazia, anche per Gesù che vuole tutti salvi, è rappresentata da Giuda. Lui non sa adattarsi a Gesù, perché il suo dio è il denaro. Non per nulla Gesù aveva detto che non si può essere servi di Dio e servi del denaro. Giuda, con il suo dio denaro, cade in disperazione.

24.01.14