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Il correttore

Frequentemente tra le e-mail, che ricevo, trovo l’annuncio che Muslim, Ebrei e Cristiani si associano per favorire qualche beneficio sociale.

Si unisono al livello di religione, pur non potendo i cristiani svestirsi della fede. E quando, nella storia, hanno fatto prevalere la religione, abbiamo avuto le Crociate con l’emblema “Dio lo vuole”, emblema che compete con lo Jahveh potente degli Ebrei, o con l’”Allah akbar” dei terroristi islamici. Tutti “Dio che produce morte!”. Un Dio che non è quello di Gesù: il Padre che ama tutti e provvede alla salvezza di ogni uomo, suo figlio.

Le religioni possono incitare alla morte, perché sono creazione umana, quella che placa Dio con sacrifici; la fede è vita di Dio donata per la vita.

Qui si presenta una domanda, che spesso mi rivolgo: i salmi sono bellissimi frutti della religione, con il contorno di “puniscili, annientali, uccidili!”. Perché essi sono “comandati” ai cristiani affinché li recitino nella “preghiera ufficiale della chiesa”?

Recitando “coscientemente” i salmi non pensando ad altro (troppo spesso sono soltanto recitati), si è in armonia con l’organizzazione religiosa, e anche con la fede di Gesù?

È vero che chi si abitua al Vangelo, sente nascere in sé un correttore interno che dice: “Attenzione: ciò che pronunci è stato superato da Gesù!”. E allora il salmo, anche con le sue crudeltà, può diventare, come dice Paolo, pedagogo a Cristo. Ma è necessario fermarsi sul pedagogo?

23.09.19