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Gesù parla di parabole


Spesso ho trovato nelle diverse antologie, passatemi tra mano durante il mio insegnamento, apprezzamenti per lo stile e per la destinazione delle parabole evangeliche. Il loro fascino e la loro semplicità ci colpiscono. In esse ravvisiamo lo stile di Gesù.
È proprio così semplicemente? Sono le parabole davvero il non plus ultra degli insegnamenti di Gesù?
Mi pare che Gesù stesso non fosse di questo avviso.
“Parlo loro in parabole, perché vedendo non vedono, udendo non odono né comprendono…”.
“Mentre a voi è dato conoscere i misteri [cose nascoste in Dio] del regno dei cieli, a loro invece no”. Questa è la risposta di Gesù alla domanda dei discepoli: “Perché parli ad essi con le parabole?”.
Dopo la parabola, Gesù aggiungeva: “Chi ha orecchi, ascolti”.
Tutta questa relativizzazione delle parabole, la leggiamo nel Vangelo scritto da Matteo: cap. 13, vv 9 ss.
Ogni linguaggio su Dio e su Gesù, per quanto scritto anche nelle note somme medievali, è parabolico, mentre il Vangelo è Parola.
Quale valore acquistano i libri teologici o di pietà, le nostre omelie, e questo mio misero scritto?
Nessuno se non conduce al Vangelo. Il Vangelo è Gesù che parla e perciò salva, produce vita eterna. In altre parole o conducono alla verità di Gesù-Vangelo, oppure restano semplice emissione di suoni. Anche melodiosi, ma non di per sé, salvatori.
14.05.20