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Gesù emarginato

Gesù ha scelto un emarginato dalla sua società (e non solo questo!): Levi, figlio di Alfeo. Levi emarginato, perché collaborazionista dei Romani. Levi, doppiamente emarginato: collaborazionista e traditore della sua casta sacerdotale, accesamente contraria ai Romani.
Gesù, dopo aver scelto come collaboratore Levi (probabilmente si tratta di Matteo), la commette ancora più grossa: banchetta con i peccatori e i pubblicani. Banchettare, ossia mangiare il pane secondo la mentalità corrente dei tempi di Gesù, coincideva con il condividere destino e rango dell'invitante. Quindi Gesù peccatore ed emarginato.

Per dimostrare che la concezione corrente nel suo tempo non era significativa, Gesù è ospite a pranzo anche dei farisei.
Gesù, ad ogni modo, fa comunella di vita con gli emarginati. Sta dalla loro parte, e quando i benpensanti gli fanno notare l'illiceità del suo comportamento, egli rincara la dose: "Sono incaricato a favore dei peccatori, e non a favore dei giusti!".

Gesù sceglie l'emarginazione, che lo accomuna agli emarginati. Non per nulla sarà giustiziato a morte, con la crocefissione, la punizione riservata agli schiavi.
I modi di emarginazione, non solo nella società, ma anche nella chiesa, sono molti: scomuniche, o riprensioni, critiche e disinteresse; perfino nelle piccole comunità, spesso un membro viene emarginato dagli altri membri.

Ebbene gli emarginati, cadono ipso facto nelle braccia di Gesù, fanno parte integrante del suo gruppo! La Chiesa, emarginando, crede di liberarsi di un fastidio, e, contro la propria volontà, lo pone più strettamente nelle braccia di Gesù. Anche gli emarginati nelle famiglie o nelle comunità religiose, appartengono a Gesù più che non il resto del gruppo.

GCM 15.01.05