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Gesù e paura

Gesù decise di avviarsi a Gerusalemme: il Vangelo lo nota chiaramente. Infatti un profeta era chiamato a svolgere il suo compito nella città e nel tempio di Dio. Così fece Geremia, che poi fu imprigionato.

Gesù andava deciso a Gerusalemme, pur avendo previsto la sua cattura e la sua uccisione. Era la volontà del Padre purificare e salvare la città, nonostante l’avversità dei nemici.

I suoi apostoli lo dissuadevano di avvicinarsi a Gerusalemme e perfino nei dintorni, dove giaceva la tomba dell’amico Lazzaro.

Ma Gesù non sentì ragioni. Fu sempre questo il comportamento di Gesù?

Troviamo anche un Gesù pauroso.

Fuggì con i suoi in Egitto, perché la paura era entrata in casa sua. Quindi da Giuseppe, che influì sulla giovinezza di Gesù, questi apprese ad aver paura.

Erode, dopo aver imprigionato e ucciso Giovanni il Battezzatore, vuole accalappiare anche Gesù. E Gesù fugge a nascondersi.

Non oppone il fuoco ai Samaritani che lo rifiutano.

Nel Getsemani “cominciò ad esser triste e sfiduciato e ad aver paura”.

E’ un Gesù pronto a lasciare il campo libero, quando la sua persona è rifiutata.

Mentre Gesù scappa o si rifugia, oppure indica ai suoi di ritirarsi, se non accolti, non smette di operare e di parlare. Continua a operare soltanto cambiando posto. Non desiste dall’operare, neppure quando decide (???) di cambiare luogo e uditorio.

Gesù deciso e Gesù pauroso: Gesù uomo completo.

GCM 29.09.05