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Amore e peccato

“Mi baciò ai piedi”. E’ uno dei gesti che Gesù sottolinea, nel descrivere il comportamento della “peccatrice”, che sorprende Gesù a mensa con il fariseo Simone.

Gesù inoltre pone in risalto che il padrone di casa, l’ospite, non aveva baciato Gesù nel suo entrare in casa. Il bacio era uno dei segni che denotavano il tipo di ospitalità: era come dire “Tu partecipi alla mia famiglia”.

Il fariseo si teneva a distanza. La peccatrice rende Gesù partecipe della propria vita. Gesù entra nella vita della prostituta, come la prostituta entra nella vita di Gesù. Le due vite sono entrate in reciproca comunione. Gesù in mezzo alla nostra miseria (fino a essere ucciso), noi peccatori e la prostituta dentro la salvezza divina di Gesù.

Il fariseo non si capacita davanti al profeta, che accoglie la donna non nonostante il suo peccato, ma proprio grazie al suo peccato.

Il fariseo pretende che la donna prima si purifichi e poi tocchi il profeta, se profeta è. Gesù prima accetta il contatto con la donna, dopo le indica di non peccare.

Gesù accoglie il contatto diretto, e lo esalta. L’amore viene prima di ogni legge (civile o religiosa) di purificazione. Nel nostro peccato il ricorso a Gesù è più importante e primario, rispetto ai riti di purificazione.

I riti di purificazione si indirizzano all’uomo: L’amore, anche sofferente come quello della prostituta, si indirizza alla persona di Gesù.

L’amore è più che sufficiente per superare e per cancella re il peccato.

Il rito solleva la colpa. L’amore libera dal peccato.

GCM 15.09.05