Stranieri
Tratta con giustizia lo straniero, perché anche tu sei stato straniero. È l'indicazione che Dio, attraverso Mosè, impartiva al "suo„ popolo. I latini, con Virgilio, lamentavano che era doloroso ricordarsi dei tempi felici nella miseria. Invece il Dio di Mosè e di Gesù raccomanda di ricordarsi dei tempi tristi, quando si è nella gioia. È un Dio guastafeste? La sua intenzione è altra. Lui infatti è il Dio della gioia, che desidera trasferire la sua "regalità„ tra di noi creature, affinché anche in terra si dilati la gioia (= volontà) del cielo, come suggerisce il Padre nostro. Perciò, quando ci indica di ricordarci dei tempi tristi, è soltanto per dilatare la nostra gioia presente anche verso coloro che sono ancora nel patimento. Il ricordare la tristezza, secondo Dio nostro Padre, è in prospettiva del non chiuderci nel benessere, ma nel dilatarlo ad altri. Una gioia o un benessere chiusi in sé, sono destinati a generare noia (nemica della gioia), asfissia, morte della stessa gioia. Evidentemente è fatale che nei paesi del benessere aumentino i suicidi (magari contrabbandati attraverso le morti procurate il sabato sera, dopo lo sballo dei ritrovi notturni).
Anche noi siamo stati stranieri, noi italiani e veneti. Eppure creiamo leggi contro gli stranieri affamati, affinché non disturbino le nostre orge o la nostra quiete in panciolle. Anche noi siamo stati immigrati e abbiamo portato nella ricca America lavoro e "cosa nostra„. Diventati benestanti, dobbiamo subire i vantaggi e gli svantaggi dei benestanti … non educati al donare oltre che al possedere.Con l'immigrato entra anche la criminalità. È vero. Forse i terroristi, i satanisti, gli estremisti di casa nostra e della nostra razza, sono angeli?
GCM, 24.01.03
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