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Il processo

C'era una volta un coniglio, ma così coniglio che di più non si poteva. E c'era una volpe, e c'era un lupo.

Destino volle, che fossero rinchiusi assieme in uno zoo. Il direttore dello zoo, che aveva simpatia per il coniglio, lo incaricò di comandare sugli altri animali.

Il coniglio, complessato da inferiorità di fronte alla volpe, astuta e libera, temeva la volpe più di quanto temesse il lupo, perché la volpe era libera e il lupo veniva quotidianamente sfamato dalla carne che passava … il convento.


Il coniglio si sentiva inferiore alla volpe, non la sopportava, interpretava come offensive verso se stesso tutte le azioni della volpe. Non tralasciava occasione per ricordare alla volpe: "Qui comando io!". Non poteva vantare qualità di intelligenza pari a quelle della volpe, e si faceva forte, povero coniglio!, del ruolo in cui si trovava.Anche il lupo, pur accontentato nelle sue brame, era infastidito contro la volpe. Non pativa la fame, ma restava sempre lupo, con la voglia di distruggere e di sbranare.

A forza di vivere assieme e di nutrire lo stesso sentimento di inferiorità di fronte alla volpe, coniglio e lupo (inferiorità e distruttività) si allearono. Non che si stimassero, anzi, ma la loro piccineria li accomunava.


Successe allora quello che Esopo non aveva visto. Il coniglio, sobillato dal lupo organizzò una farsa di processo contro la volpe, che rimproverò di mille malefatte, che la volpe non aveva mai commesso. E che era troppo indipendente, e che disprezzava gli altri, e che si stimava intelligente (per un coniglio l'intelligenza è una brutta qualità), e che sottraeva denaro al gruppo, e che umiliava il gruppo non condividendone la comunità, e che …La volpe cercò di spiegare, ma coniglio e lupo le impedirono di parlare. Erano come gli Ebrei davanti a Santo Stefano. Però la volpe restò volpe, il coniglio coniglio, e il lupo lupo.


GCM, 24.04.03