HOME

Home > Percorso META > Articoli 2001 > Comprensione

Comprensione

Gesù ebbe comprensione per il peccatore. Anche molti di noi alimentano comprensione per il peccatore. Soprattutto se il peccatore siamo noi.
Però un limite chiaro va tracciato. Noi oltrepassiamo facilmente questo limite. Infatti scavalchiamo il confine che passa tra la comprensione per il peccatore e la "comprensione" per il peccato.
Ci diciamo: "Siccome è necessario comprendere il peccatore, quindi il peccato è una cosa trascurabile". È come se dicessimo: "Siccome mi fa pena questo ammalato di cancro, quindi il cancro è un'inezia".

Anche Gesù ebbe comprensione per il peccatore, ma l'ammoniva pure: "Non peccare in avvenire!".
Il cuore non sempre è un buon consigliere per giudicare la realtà. Il desiderio non ha da sostituire la ricerca della realtà. Soltanto tenendo presente questo principio possiamo organizzare la nostra attività concreta e non combattere contro i mulini a vento.

Gesù fu dotato di grande equilibrio tra cuore e mente. Perfino sulla croce seppe congiungere cuore e mente, quando pregò il Padre di perdonare i suoi crocefissori (peccato enorme!), perché non sapevano ciò che stavano facendo (comprensione).

Paolo ci aiuta: "Voi che siete forti, sappiate capire chi è debole!".
Spesso chi è debole ci dà fastidio. Tanto più fastidio, quanto più il debole si oppone a noi vien la voglia di distruggerlo. Proprio allora ci sovviene Paolo: "Tu prendi coscienza e vigore dalla tua superiorità e forza, mettiti così accanto al debole, e lui non ti spaventerà più, e tu non nutrirai più la voglia di distruggerlo".

Poi - vista la sua debolezza - ne proverai perfino comprensione.

GCM 27.10.01