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Disarmo

      Entrando nel tempio si ha l'impressione che qualche cosa si stia sfaldando. Non parliamo del tempio e delle "belle pietre" (così si trova scritto nel Vangelo a proposito del tempio di Gerusalemme), sebbene qualche piccola slabbratura si noti anche dopo i recenti restauri. Parliamo delle attività.

      Le messe, una volta numerose, sono diminuite (questo forse lo si deve alle autorità? Perché?). La gioventù, una volta attiva, è scomparsa (è una specie animale scomparsa?).       La raccolta vesti per i poveri è eliminata (siamo tutti entrati nel benessere?). Le iniziative di vario genere sono latitanti (oppure sono soltanto discrete?). Il coro si riduce … forse l'unica attività che si sta lentamente affermando, è quella culturale e spirituale. Infatti aumenta il numero delle conferenze e delle letture bibliche.       Sta decollando qualche altra attività artistica.Sarà poi esatta questa descrizione o si tratta di una pura immaginazione?

      Comunque quello che più impressiona è il distacco dal contesto dalla città. I religiosi sono a servizio del popolo oppure a beatitudine di se stessi? Non hanno forse  perduto il mordente con la vita civica?

     Qualcuno si chiede se si accorgono di quanto sta accadendo in città.

      Eppure il tempio è tempio civico: accoglie l'altare ai caduti, il simbolo dei rinchiusi nei campi di concentramento (il P. Kolbe), lì si svolgono alcune cerimonie civiche (4 Novembre, 25 Aprile, giorno dei caduti civili, accoglienza delle salme dei caduti …).

      Forse è diminuito l'amore dei frati per la loro città? E anche quello della città per i loro frati? Forse nell'ambiente religioso serpeggia una non confessata ostilità?
      Tempio, oasi di spiritualità e di pace, centro di cultura e di carità, si apre nel pieno frenetico di una città operosa, che abbisogna di posare e di sentirsi accolta e compresa, nel nome di Cristo.
      Anche i frati possono esser contagiati dal morbo di una società sviata e opulenta? Che almeno loro donino pace e bene, e accolgano, non scostino, che si rivolge al loro e nostro tempio.

      Ma in realtà non possiamo che sperare. Tutto può risorgere, attraverso la speranza e il perdono. tutto può rinascere, se ogni uomo si pone sotto la guida dello Spirito e non soltanto dietro l'impulso delle proprie frustrazioni.

      Ogni giorno è tempo di sperare e di pregare. E poi perdonare, perdonare sempre, a oltranza, anche quando tutto ti porterebbe alla vendetta o a quell'orpellata vendetta, che spesso è contrabbandata per giustizia!

RTS 10.08.01