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L'oasi

Nel cuore della tua città fiorisce un'oasi. Anche nella tua Vicenza.
   La tua città si presenta desertificata, agli occhi di molti: non solo dallo smog o dal cemento. È deserta dentro: gli entusiasmi si spengono nei giovani, spesso sostituiti da parossismi sportivi o ludici; gli anziani non sperano; i bambini non cantano più spontaneamente.
   Nella tua città tutto è irreggimentato: perfino il gioco, il ballo, la passeggiata. E il non irreggimentato si manifesta o nelle violenze teppistiche o nei nascondigli solipsisistici.

La tua città è un deserto di persone che s'affannano. È un vero deserto con le sue immancabili oasi.
   Un chiostro nel cuore della città, una chiesa, un piccolo centro di spiritualità. Tu vi ti puoi tuffare in ogni momento per una tua rinfrescata. L'oasi ti attende.
   L'oasi, dove si rifugiano solitari meharisti in cerca di ristoro. Dove incontri il silenzio e il sorriso, il dialogo e la preghiera, il Dio che ti attende come eucaristia, o viatico.
   Nel cuore del deserto cittadino, l'oasi.

Di centomila abitanti, solo una settantina s'inoltrano nell'oasi ogni giorno. La maggioranza è composta da anziani, talvolta risospinti semplicemente dalla scontentezza del pensionamento.
Nel seno del deserto pagano, l'oasi dove si può credere, senza vergognarsi.

E poi ognuno di noi, nell'aridità sfiduciata del proprio esistere, scopre un'oasi dentro di sé: il proprio cuore abitato da Dio. Il cuore è un'oasi se crede in Dio e gli si affida.
   Se crede, così come gli riesce di credere. E se gli si affida, così come gli riesce di affidarsi.

GCM    20.07.01