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Assaporare il Vangelo

Il Vangelo vissuto è la scelta di Francesco d’Assisi.
Il Vangelo, svestito dai paludamenti teologici o istituzionalizzati, aggrumati nelle varie epoche e trascinati come un inutile fardello, un continuo appesantimento lungo i secoli.
Un Vangelo fresco, accostato di prima, secondo le esigenze native del cuore.
Un Vangelo fatto carne, fatto Gesù. Gesù accostato e amato con la spontaneità del bambino, che corre incontro alla persona cara.
La povertà di Francesco era anche povertà di tradizioni e di teologia. Spoglio di tutto: della famiglia e della scuola, della razionalizzazione e dei ripensamenti.
Oggi a un francescano, che guardi a Francesco come a tipo e non come a modello, si presenta la bella avventura di assaporare le parole, le scene, le esigenze di Gesù. Oltre l’organizzazione e le teologie raffinate.
Assaporare Gesù nella contemplazione, nella predicazione, nel riproporre il Vangelo con danze e con canti. Essere il poeta della Parola di Dio.
Assaporare e gustare il Vangelo è la quintessenza semplice e spontanea della “spiritualità francescana”. Seppure tuttavia il francescano, per essere libero, di suo non ha neppure una spiritualità ben confezionata.
Soltanto: assaporare e gustare Gesù.

GCM 05.09.00