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La spiritualità

Talvolta ascolto una persona informata in filosofia, che esalta sempre la razionalità, quando non inneggia alle conquiste illuministiche: la ragione.
     Eppure al di sopra della ragione spazia la spiritualità. Già Pascal, cercando di correggere il discorso razionale di Cartesio, aveva affermato che esistono delle "ragioni del cuore" da affiancare a quelle della ragione.
     Se poi osserviamo un po' più disincantati, e non succubi dell'illuminismo, ci accorgiamo che il punto di partenza "razionale" di Cartesio, non è un ragionamento, ma un'intuizione, ossia una "ragione del cuore".Cartesio diceva: "penso, quindi esisto". Dove l'esistere era un'intuizione. Di fatto con l'esistenza- che non è frutto della ragione- si arriva a dire: "Esisto, quindi esisto".

L'accanimento alla ragione illuminata non mette in computo le scoperte della scienza, che intuisce i "quanti" ma non li dimostra. Non s'accorge della bicameralità del cervello. Non è venuto al corrente della bilogica psichica, quella simmetrica e quella asimmetrica. Non ha ancora accettato il cervello plastico e il pensiero che supera il cervello, e la spiritualità che supera il pensiero.
     La spiritualità è l'apice del vivere umano. Spiritualità quale frequenza alta della mente, e quale accoglimento della vitalità di Dio. Vitalità seminata nella creazione che diventa dinamica della piccolezza fisica e psichica e della grandezza cosmica. Ma anche, e di più, vitalità arcana iniettata nelle persone grazie alla presenza dello Spirito Santo.

Purtroppo la razionalità ha tentato di costringere la spiritualità dentro la logica aristotelica. Il risultato: creare persone senza cuore e senza poesia.
Lo spirito è come il vento. Lo senti, ma non l'afferri. Gesù era di questo parere.  

GCM 22.09.03