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Dio non dorme 2

Alcune preghiere paiono esortazioni rivolte a Dio, mentre in realtà sono stimoli per gli uomini.
     L'esempio più comune è il "Vieni, Spirito Creatore". A prima vista questa preghiera sembra un chiamare da lontano lo Spirito Santo, affinché finalmente operi la santificazione in noi. In realtà è voce di accoglienza. Come se pregassimo: "Apro le porte della mia persona per accoglierti". O meglio: "Ben venuto, Spirito Santo!".
Ossia, allo Spirito che "bussa alla porta" diciamo di entrare. Siamo noi a ricordarci di lasciarlo finalmente passare in noi.

In questa preghiera si nota non un'esortazione a Dio, affinché si svegli, ma un'esortazione che l'orante rivolge a se stesso, per svegliarsi davanti all'opera di Dio.

Nella stessa direzione si pongono molte altre preghiere, come gli atti di fede o di dolore, e le richieste al Padre di aiutarci ad accompagnare la sua opera. "Donami un cuore generoso", "Fa' che io ti ami", "Perdona i miri peccati", "Dona il pane di ciascun giorno".
     In queste espressioni non si dirige Dio, sebbene le frasi possano letteralmente implicare un certo "comando" a Dio. In realtà in esse si palesa la nostra debolezza e si afferma il nostro bisogno della mano di Dio, per "essere completati nella nostra carità".

Gesù stesso pregava per questo completamento. "Ti prego, Padre, perché essi completino la loro unità in noi".
La preghiera di "esortazione" a Dio, affinché faccia il buono e il bravo, dipende dal concetto di un Dio lontano, fermo sull'Oreb o sull'Olimpo. La preghiera di "accoglienza", crede in un Dio operante il nostro bene. La preghiera di "aiuto" è un riconoscere la nostra nullità, se Dio non ci soccorre e - principalmente - se noi non accettiamo il suo soccorso.

GCM 16.05.02