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Riflessi eterni

Tutta la vita è irrorata della presenza del Dio vero. Purtroppo raramente ripensiamo al nostro vissuto con il cuore aperto.
    L'apertura del cuore fa sbocciare la poesia davanti alla natura. L'apertura della mente stimola lo sviluppo della scienza. E noi abbiamo bisogni parimenti di poesia e di scienza, per sentirci meno scissi, in una continua tensione verso l'armonia.

La presenza del Dio vero, poiché unico, è pervasa di unità e di trinità.
    Con la mia donna, con il mio uomo, vivo in modo privilegiato il riverbero divino della mia vita.
    Ci sono momenti di incontro e di abbraccio, nei quali non soltanto gli organi genitali, ma tutto l'essere si fonde con l'essere dell'altro o dell'altra.
    Allora si sperimenta in modo indicibile e gaudioso l'unità, ossia il riflesso creato dell'unità di Dio.

E poi ci sono momenti di distacco, di diversità, quasi di incomprensione invincibile dal partner, che fanno vivere perfino drammaticamente il riflesso della Trinità di Dio.

In Dio, nella sublime sincronicità dell'eternità i due aspetti si incontrano. In noi, dotati di estensione nel tempo, i due momenti sono successivi, alternati, eccetto circostanze speciali, nelle quali gustiamo sincronicamente l'Unità e la Trinità.

L'eros, inoculato nelle nostre molecole, ci trascina incessantemente verso l'unità con l'altro sesso. La coscienza ci ridesta alla separazione dall'altro.
    L'eros ci riconduce all'abbandono dopo l'acquisto.
    La coscienza ci riporta alla permanenza del nostro essere individuati.
    Due aspetti creati in noi dal Dio unitrino.

GCM       06.09.02