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Vera gloria

Quando ero giovane, il nuotare mi dilettava. Perciò le notizie sul nuoto mi ridestano un po’. Questi giorni si parla molto dei risultati ottenuti da Federica Pellegrini.
Non conosco l’orientamento esistenziale della nuotatrice. Eppure anche verso di lei – come verso tutti gli sportivi – volgo a me la domanda: “Questo risultato nel tempo, svanirà in un ricordo o rimarrà in una medaglia, oppure la nuotatrice lo vive come dono di Dio, che si inserisce in quella grande corrente che è la vita eterna?
È gloria umana che si estingue, oppure è lode a Dio, che non si spegnerà mai?

Ogni nostra azione è destinata, siccome noi la indirizziamo, o a conchiudersi nel nulla della povera morte, o a ingigantirsi nella vita eterna. Morte e vita sono nelle nostre mani, e, principalmente, nei nostri cuori.
Stranamente il desiderio di vivere ancora, lo affidiamo alle mani del chirurgo, e ci dimentichiamo di abbandonarlo a Colui, che sa che cosa è risuscitare per vivere sempre, esperienza questa da lui personalmente sperimentata.

Di fronte ai miei modestissimi risultati o alla grandezza di Federica, mi ritorna in mente il verso di Manzoni in quel “ei fu”. “Fu vera gloria?”.
Non conosco personalmente nessun asso dello sport. Gli assi dello sport (o della politica, della scienza, ecc.) sentono l’attrattiva dell’eterno? Se sì, li sento fratelli in Gesù.

26.07.19