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Fede beata

Pietro riconosce che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio. Gesù indica il valore profondo della dichiarazione di Pietro. Il valore non si avvale solo del fatto che Pietro ha espresso una “grande verità”, ma va alla radice di tale affermazione di verità: non è solo farina del sacco di Pietro, ma è un dono di Dio, che supera l’intuizione umana (carne e sangue). Solo Dio può riconoscere Dio, solo il Padre suggerisce all’uomo la capacità di riconoscere la presenza di Dio, e crea tale capacità.

L’opera di Dio nell’uomo credente, non solo produce luce, ma beatitudine. “Beato sei tu, Pietro, perché sei stato ispirato non dall’uomo, ma da Dio”. Ecco la beatitudine del credente. Esprimere ed affermare la fede, è entrare nella beatitudine, quella beatitudine, che attende la pienezza nella “gloria” di Dio, dopo lo svestimento dell’uomo, con la sua morte


Forse noi ci sentiamo più oberati dal dover credere, che non sollevati dalla beatitudine del poter credere. Anche la nostra modesta preghiera è posta più sul versante dell’”aiutami a credere”, che non su quello del “fammi gustare la beatitudine del credere”. Credere peso piuttosto che credere volo.

La fede cristiana è il facile ingresso nella intimità (Trinità) del Padre, ingresso sempre spalancato ogni volta che preghiamo. Anche nell’A.T. si diceva che Dio è vicino a noi, ogni volta che lo invochiamo, a differenza degli dei pagani, sordi e lontani. La preghiera cristiana è non soltanto un chiamare Dio accanto, per essere aiutati, essa è un’immersione nella Trinità per esserne beatificati.

Beatitudine nel credere, di Pietro e nostra, abbraccio di Dio.   

 22.02.16