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Legge e grazia

Quando la legge conforma l’educazione, essa non soltanto favorisce lo stato etico, ma rovina i rapporti dell’uomo verso Dio e verso il prossimo.

L’esempio macroscopico ci viene dal comportamento di Gesù nel confronto con i farisei.

I farisei erano stati educati dalla legge. La loro vita non sfuggiva al dominio delle norme. Non soltanto la legge informava il loro comportamento, ma anche i loro sentimenti e le loro idee.

Quando Gesù apporta aria di libertà tra gli uomini e di riferimento al Padre, i farisei (con lealtà o con inganno) non riescono a entrare nella traiettoria di Gesù.

Paolo di Tarso (già fariseo) trova i farisei zeppi di legge e vuoti di amore, di grazia. Solo l’amore ci rende disponibili gli uni verso gli altri. La legge fa dimenticare che ogni uomo è uomo e non un clone legale. Il cuore non può essere pervertito dalla legge.

Anche le leggi canoniche e le Costituzioni di un Ordine, possono diventare opposizione alla grazia, quando si prestano a opprimere l’uomo e la sua libertà. E’, alla fin fine, opposizione al carisma, cioè al dono e alla presenza dello Spirito Santo.

Le leggi dovrebbero nascere per aiutare l’uomo, vivente in comunità, a sviluppare il proprio carisma in vista della costruzione del Cristo maturo.

Oggi, quasi sempre, quando si nomina il carisma, lo si nomina come schema generale: il carisma dell’Ordine francescano. Però spesso ci si dimentica del carisma-dono personale, che non può essere soffocato dal carisma generale.

Siamo tutti corpo di Gesù, vivificati dallo Spirito, ma ognuno resta dono, per il bene reale, non fittizio, della comunità.

GCM 08.06.06