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L'ignoranza di chi comanda

Gesù rispose alle riprensioni della madre. Questa gli rimproverava la libertà di un dodicenne, che s’era attardato nel tempio di Gerusalemme. Gesù, per tutta risposta: ”Non sapevate che io dovevo occuparmi delle cose di mio padre?”.

Gesù, il figlio, è cosciente dei propri diritti, che gli derivano dal suo considerare la realtà con occhi profondi. Egli vanta i propri diritti di dodicenne, di fronte ai diritti dei genitori.

“Non sapevate” dice Gesù. Per lui era ovvio che Dio è più importante di ogni altra realtà e di ogni altra considerazione. Maria “non sapeva”. Proprio qui sta l’ignoranza di chi crede di aver un diritto sugli altri. Maria non aveva preso coscienza di tutto lo spessore della persona di Gesù.

La pretesa di comandare sugli altri, anche in buona e ingenua fede, nasce dal non conoscere l’altro, dal non tener presenti le sue esigenze e l’itinerario del suo progresso intellettuale e spirituale.

E’ difficile, per chi esercita una funzione sociale, il “riconoscere” la persona dell’altro, soprattutto quando l’altro è intellettualmente e spiritualmente dotato, come Gesù... e come ogni creatura.

“Non sapevate”. E’ rivolto ai genitori, ai superiori, ai deputati e al Papa. L’ignoranza dell’altro induce a errori di valutazione e a interventi frustranti, per chi pretende di intervenire e per chi è vittima dell’intervento.

Ma chi interviene sull’altro deve esser aiutato a capire. Maria fu aiutata a capire proprio dalle parole di Gesù, che ella conservava in cuor suo.

La esplicitazione del proprio intimo può aiutare nell’evitare gli errori dei “superiori”.

GCM 27.06.06