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Parole corrotte

Le parole, anche le più umili e disadorne, quando si imbattono con la voglia di potere, perdono la freschezza del loro sapore.

S.Francesco aveva coniato la semplice parola “guardiano”. Il guardiano, come dice il termine, è uno che guarda per custodire. Guardiano, quindi, inizialmente era uno dei frati, che aveva l’incombenza di custodire la casa, mentre i frati erano sguinzagliati per lavorare o per raccattare l’elemosina.

Era un semplice incarico, tra i molti.

Ma ecco il ghigno del potere. Se custodisco la casa, custodisco anche chi la abita. Se custodisco chi la abita, posso anche indicare le norme dell’abitarvi.

Se detto le norme, ho un potere. Se ho potere, comando e basta. E così fu che il guardiano diventa il “superiore”, ma rivestito dell’umile titolo di guardiano.

I coordinatori delle attività dei frati francescani, erano a servizio dei frati, delle loro azioni, del loro retto convivere. Erano a servizio, ossia a essere ministri semplicemente.

Ministro è uno che è al di sotto, che è meno (minus, in latino).A differenza del maestro che è più alto, di più insomma (magis, di più). Però il minus del ministro si incontra con la voglia di dominio. e oggi, anche nell’Ordine francescano oltre che nel governo, il Ministro sta sopra, e il maestro sta sotto, molto sotto, con poco stipendio, perché così decide il Ministro.

E i poveri frati, devono obbedire al guardiano, e frati e guardiani obbediscono ai Ministri. Ironia dei termini, e non solo di quelli.

Perché il Papa si firma “servo dei servi”?

GCM 25.05.06