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Stato laico

Si può notare una costante nella patrologia cristiana antica: quando ad una persona si impedisce di parlare, questa si esprime scrivendo. Le persone erano impedite con molteplici sistemi. Il più frequente era l'esilio. Però esistevano anche la gazzarra, il tentato assassinio, l'ordine subdolo dei superiori, ecc.
     Lo sfogo attraverso lo scritto ci ha donato opere importanti per la conoscenza della vita cristiana e della spiritualità.

Lo scrivere aiuta a riflettere, a costruire con più esattezza le risposte che al momento non venivano chiare, ad ampliare il pensiero.
     Proprio perché lo scritto è un grande aiuto a confermare, a correggere, ad ampliare le idee, esso è un pericolo per chi vuole proibire di parlare.
     Ecco allora il ricorso alla censura preventiva e all'imprimatur ecclesiastici. Soffocare le novità è sempre stato un impegno degli adoratori dello status quo antea.

Poi arriva la Provvidenza che ispira la creazione dello stato laico. Lo stato che dovrebbe essere libero da ogni imposizione: da quella religiosa a quella ideologica (i diversi nazismi, comunismi, sionismi, islamismi) a quella empirica (che è poco intelligente e perciò molto di moda).
     Nello stato veramente laico dovrebbe anche essere bandita l'assolutezza del laicismo, nuova tirannia ideologica. Lo stato laico dovrebbe essere libero anche dall'imporre la laicità come unico sistema sociale.
     Se per stato laico si intende lo stato libero da ogni clericalismo compreso il clericalismo della laicità assoluta (sostituto di Dio, unico assoluto) e del sottoprodotto del laicismo, allora l'espressione del pensiero di ognuno non è solo possibile, ma è anche auspicabile a favore dell'arricchimento spirituale di tutti. Resta molto cammino da percorrere, affinché lo stato laico diventi libero.

GCM, 27.08.03