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Miseria

Se tutti fossimo sobri e moderati, ossia se tutti fossimo "poveri", nel mondo sparirebbe la miseria. Dio ha provveduto cibo per tutti i figli. Chi mangia più del necessario è un ladro. Dio ha provveduto calore per tutti gli uomini, chi impedisce lo sviluppo delle fonti "alternative" per guadagnare con le fonti più costose, è un ladro.
Marx diceva: "La proprietà è un furto". Gesù diceva: "Guai ai ricchi!", non "Guai a chi possiede!". La proprietà dei ricchi è un furto.
E' poi vero?

La realtà quotidiana mostra che più i ricchi arricchiscono, più i poveri si depauperano, e impoveriscono. Se tra le due situazioni corre una relazione causa-effetto, allora la maledizione evangelica si rivela veritiera.
Giovanni XXIII diceva: il limite della tua ricchezza è segnato dalla povertà del povero.
Questa è una regola morale, imposta al singolo, alla coscienza della vita etica delle persone, oppure è un dovere di tutta la società? La povertà - che si riduce a semplice moderazione - è solo dovere del frate, a beneficio del suo ascetismo, oppure è un obbligo di tutti a beneficio sociale di quanti muoiono di fame?

Troviamo bensì poche singole persone e famiglie che seguono la moderazione, ma questo è sufficiente per risolvere il problema mondiale? Ci sono tecniche mondiali efficienti per riportare l'equilibrio vitale per tutti? E l'ONU è capace davvero di compiere qualche passo serio, oppure è dominato dai ricchi, dai G.8 che frenano ogni seria azione umana?
Se è vero che se tutti diventiamo più poveri (tutti: persone e stati) la miseria scompare, che cosa io nel mio piccolo faccio, per dare "in elemosina quello che sta nel piatto"?

GCM, 26.08.03