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Forza del peccato

La forza del peccato è la legge! Così si esprime Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi (15,55). Quindi il peccato si rinvigorisce grazie alla legge.
Paolo aveva sperimentato: appoggiato alla legge di Mosè e alle Tradizioni ebraiche si sentì stimolato e assolto dal suo combattere Gesù. L'opposizione a Gesù costituisce "il" peccato: l'aveva affermatolo stesso Gesù. "Il mondo sarà accusato di peccato, perché non hanno avuto fede in me".

La legge rinvigorisce il peccato, lo rafferma, lo rassoda. Le legge mostra che chi combatte Gesù è nel giusto, compie un atto di giustizia. La legge degli uomini. Qui si staglia la grande opposizione: c'è una giustizia secondo la Legge, e c'è una giustizia secondo Gesù. Due giustizie contrapposte.

La legge umana, cioè quella di Mosè nel caso di Paolo, molte volte (lo sanno bene i radicaleggianti) è emanata dalla "durezza dei vostri cuori", secondo le parole di Gesù.
Moltissime leggi umane sono formulate sulla base delle esigenze perverse dell'uomo. E così queste leggi si trasformano in un vigore di peccato, perfino le umane leggi ecclesiastiche possono contenere il vigore del peccato, se sono imposte per servire il potente di turno. Chi osserva tali leggi è a posto e giusto in rapporto a queste leggi; ma è anche giusto in rapporto a Gesù?

Essere giusto nella misura di Gesù: questo si sforzava di essere Paolo, dopo che aveva smesso di essere giusto secondo la legge.

Essere giusto secondo Gesù è anche un ritrovare le esatte misure di noi stessi, è diventare veramente e completamente uomini.
Fino a che non saremo completamente di Gesù, resteremo mezzi uomini, un quarto di uomini, invischiati nella nostra costante piccineria.
Gesù libera quell'uomo, che è nascosto in noi fino dal concepimento e che la nostra miopia e le nostre leggi tendono incatenato

GCM, 08.05.02