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Presenza

Ogni momento mi circondano le meraviglie. Non solo il meraviglioso del sole e della danza della terra. Ma anche un meraviglioso, che, quando ci rifletto e mi lascio andare, mi riempie di tenero stupore.

Ecco: un gruppetto di persone si raduna per ricordare Gesù e per mostrargli la riconoscenza (per molte persone è quasi inconcepibile mostrare riconoscenza a Dio): e lui là si ripresenta. Ogni giorno Gesù mi incontra e mi saluta, mi rinfranca, penetra in me e m'accompagna.
    So che la meraviglia proviene dalla mia fede. Senza fede non m'accorgerei di questa meraviglia. La fede moltiplica all'infinito il numero delle mie meraviglie, assommandosi a quelle che anche gli atei usufruiscono. La mia fede non è un mio colpo di matto, ma la risposta a una richiesta rivoltami da Dio, e sostenuta dallo Spirito Santo.

Questa fede mi conduce, ogni momento, sull'orlo dell'abisso di Dio.     Questa fede diventa anche sensazione, ma non è solo emozione. È un lasciarmi andare e perdermi in lui, in Gesù e con lui nel Padre.

La presenza di Gesù nel gruppetto che lo desidera e l'attende, è più di un miracolo. Il miracolo è un avvenimento prodotto da Dio, che si rende tangibile anche al tatto e agli occhi. Il miracolo desta meraviglia per ciò che si può vedere. La presenza di Gesù, nelle rare persone che la comprendono e la gustano durante la Messa, è più che miracolosa, perché l'occhio non la vede. Essa è radicata nel cuore, e solo l'occhio interiore la capta e se ne invaghisce.

Gesù aveva messo in guardia i suoi discepoli. "Se vi dicono: eccolo qua, eccolo là, non ci andate!". La sua presenza è come il bagliore di un lampo.
    Eppure si stampa viva nel cuore di chi la desidera e l'attende, quando essa arriva e insensibilmente penetra e travolge.

GCM       05.07.02