Beata eresia
Parlare del Dio ignorato, è impresa difficile. Si può, tuttavia, destreggiarsi?
Un primo passo, nel destreggiarci, potrebbe essere quello di smettere
di predicare per accontentarsi semplicemente di dire. Questa fu la
tecnica di S. Paolo nell'Areopago di Atene. Per riuscire a
"dire" semplicemente, è importante far entrare Dio nel nostro parlare
quotidiano, e far entrare il nostro linguaggio quotidiano (anche
infarcito da inglesismi orripilanti) in Dio. Cioè: non emarginare Dio
in qualche zona sacra, neppure in una zona sacra del linguaggio.
Un altro passo potrebbe essere quello di non temere di dire eresie.
Infatti fin da piccoli ci hanno ossessionato con il linguaggio dei
catechismi, quando venivano fatti apprendere a memoria.
Ricordo un
mio arcigno insegnante di religione, che, nonostante le sue sviste
esistenziali, è morto ultracentenario. Egli ci costringeva e imparare a
memoria, sillaba dopo sillaba, non solo le domande e le risposte del
catechismo, ma anche il commento scritto da una persona qualunque.
Ogni parola un po' fuori degli schemi, allora, era subito tacciata come
fosse "in odore di eresia". E così la paura di pronunciare eresie (con
l'annessa pena dell'inferno e soprattutto dell'occhiuto Sant'Ufficio:
era proprio detto così "santo"!) rendeva talmente guardinghi, che tutti
trovavano più sicuro non parlare affatto di Dio, tacere di Dio,
piuttosto che cadere nelle mani del Sant'Ufficio.
Perfino i
predicatori erano guardati con sospetto, se parlavano direttamente con
il cuore e non ripetevano a memoria i cosiddetti "predicabili", scritti
da altri e muniti di "imprimatur". Purché si parli di Gesù, è
opportuno anche affrontare il rischio di pronunciare eresie. Queste
eresie sono molto care al Padre e a Gesù. Si sa che, per i censori
ufficiali, la maggior parte dei santi sono stati sospettati da eretici.
Anche Gesù fu osteggiato e non poco dalla teologia ufficiale del tempo,
perché eretico (bestemmiatore!) di fronte a quella teologia.
Alla fine però Gesù e i santi hanno sfondato, grazie alla forza dello Spirito Santo. GCM 27.02.02
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