Prima campata
Altare commissionato dai Gualdo, opera del primo Cinquecento; la tela, rappresentante S. Pio V che prega la Vergine, è del veneziano Antonio Fumiani (1643-1710).
L'altare fu voluto da Elisabetta Gualdo nel 1502, quando ebbe il patronato di questa campata già ottenuto dal marito Giacomo nel 1473. Fu dedicato a S. Girolamo, ma fu chiamato anche del Crocifisso o di san Sebastiano (Sartori, 1953, p.24).
In seguito al terremoto del 1695, l'altare fu rimaneggiato, specialmente nello zoccolo, e dedicato nel 1762 a San Giuseppe da Copertino. Nonostante certe disarmonie, dovute proprio ai restauri, richiama da vicino il Garzadori in Santa Corona; l' Arslan (1956, p. 122) lo dice "opera esuberante di seguace di Rocco da Vicenza del 1530 circa".
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Dal 1840 vi è incastonata una tela che raffigura la miracolosa apparizione della Madonna al Papa San Pio V, tela che andò a sostituire il San Giuseppe da Copertino di Felice Boscarati che, dopo essere passato ai Servi, è ora nella terza campata a sinistra.
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Il papa Pio V è raffigurato mentre si rivolge tutto alla Madonna, continuando tuttavia a tenere aperto in mano il libro che stava leggendo.
Vari angeli sono sotto le nubi su cui è seduta la Vergine, in manto verdazzurro e veste rosa; altri sono accanto al papa. La scena si svolge entro una cornice architettonica di ampio respiro. La tela proviene dalla chiesa del Corpus Domini di Venezia.
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Seconda campata
Nella seconda campata, su sollecitazione del B. Giovanni da Capistrano, era stato eretto un altare in onore di S. Bernardino da Siena.
Oggi in questa sede è il monumento funebre dell'umanista vicentino Ferreto de' Ferreti (m. 1337).
E' probabile che l'arca, con lo stemma con due croci equilatere e l'ala dispiegata al centro, risalga al XIII sec. (Arslan, 1956, p. 123)
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Originariamente era collocata nella navata sinistra. Nel 1642 fu sistemata sulla facciata esterna (dove ora è quella di Perdono de Repeta).
Nel 1839 fu posta nella seconda campata a destra e fu completata dello zoccolo e del coperchio.
L'iscrizione sulla parete sopra il monumento è del 1642 ed elogia l'umanista.
L'iscrizione sullo zoccolo è del 1839. Vi si legge che il sarcofago si trovava nella navata sinistra, che poi passò nel 1642 sulla facciata esterna e infine, nel 1839, fu qui sistemato
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