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Padre commosso?

State tutti a casa: continuano ad avvertirci e ad imporci, nel modo assoluto, ciò che alla clausura è consigliato di fare: leggere, svolgere cruciverba, seguire la televisione, telefonare agli amici e mangiare (se ce n’è). Che almeno per errore indichino che si possa pregare. Per carità, stiamone distanti!

Invece per chi è convinto che Dio è vicino e ci guarda con l’occhio tenero di un Padre, la preghiera fluisce spontanea.

Della preghiera udiamo dire molte (a volte preziose) indicazioni: è un dovere, una consolazione, un momento mistico, una luce che penetra, un rafforzamento della fede e mille altre considerazioni su quanto il pregare produce nella creatura che prega (che prega – intendiamoci - non che biascica formule).

Eppure la preghiera si svolge tra due poli: credente e Padre.

Che cosa avviene nel Padre? Prima di tutto evitiamo gli scherzi della nostra fantasia, che proietta sul Padre ciò che le garba.

Il Vangelo, ossia Gesù, che cosa ci fa sapere?

Il Padre vi ama, perché ama i figli nel Figlio. E allora ecco lo Spirito Santo che è gioia eterna tra Padre e Figlio.

Il Padre sa ciò di cui abbiamo bisogno prima che glielo chiediamo; ed ecco scorrere dalle sue dita la misericordia.

Il Padre non vuol perdere nessun figlio. Il Padre ci custodisce nel suo nome, ossia dentro la sua intimità divina.

26.03.20